PUNTO BIANCONERO | Il nostro caro Calcio rischia di pagare uno scotto troppo alto per i suoi vizi non esattamente provvidi…

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Il problema corrente che accomuna tutti coloro i quali si mettono a scrivere di Udinese è il concreto rischio di diventare ridondanti: i problemi della squadra bianconera del post Europa si ripropongono ciclicamente oramai da anni e anni, e vi è quindi il concreto rischio di ribadire un po’ gli stessi concetti, magari più volte. E il problema dell’Udinese del tempo corrente si situa proprio tra quelli che sono stati i più triti e ritriti sotto la lente dei commentatori sportivi locali. Il problema primario di questa Udinese è che gli errori sono sempre troppi per le zebrette, ed il problema secondario (anch’esso condiviso da chi si occupa dei bianconeri dalla prima linea) è che manca la fiducia in sé stessi e gli equilibri a livello di spogliatoio latitano parecchio, per non dire di peggio. L’Udinese deve essere più squadra, deve recuperare la fiducia in sé stessa e nei propri mezzi, senza peraltro finire vittima della paura di incappare in errori fatali. Questa squadra manca di intraprendenza proprio perché ha paura di fallire, e questo “braccetto” dovrà essere abbandonato al più presto possibile, al fine di lasciare spazio alla voglia di superare ogni ostacolo e dimostrare che le credenziali per vincere e permanere nella massima serie calcistica ci sono. Poi c’è anche un altro tipo di problema. La liquidità, senza la quale non si possono implementare nuove iniziative di mercato non è di certo così ampia all’ombra del Bluenergy Stadium, e qui urge incorporare qualche nuovo colosso con grossi capitali utile ad allargare le spalle della società bianconera. In quest’ottica si vede con gran favore il famoso interessamento di un fondo americano interessato ad acquisire una grossa quota della società bianconera friulana. A questo punto però corre d’obbligo precisare una cosa; è gradibile soltanto la compartecipazione più o meno ampia del fondo americano, senza che avvenga una uscita di scena dei Pozzo che priverebbe l’Udinese Calcio della sua spina dorsale a livello strutturale e del suo “know how” a livello di gestione della realtà sportiva, emblema del Friuli. In coda un commento finale su quel colossum che dovrebbe diventare la cosiddetta SuperLega Europea del calcio che conta, varata proprio oggi. L’incombere del nuovo macrotorneo continentale penalizzerà davvero troppo i piccoli club, i quali si troveranno ben presto a giocare il proprio torneo nazionale per conto proprio. Evidente è di maggiore incidenza è il rischio di ridurre esponenzialmente la valenza dei campionati nazionali, con la Serie A e gli altri massimi tornei maggiormente popolari che in seguito alla marginalizzazione del ruolo rivestito dai grandi club a livello nazionale perderanno su ogni fronte dal punto di vista dei numeri. Tutti questi sono rischi reali non certo da sottovalutare, anche se purtroppo le federazioni e le leghe nazionali non sembrano per ora porre una adeguata attenzione su tali, ingenti, aspetti problematici che potrebbero rappresentare la caduta in disgrazia dei singoli sodalizi nazionali del pallone che maggiormente conta.

di Valentino Deotti