PUNTO BIANCONERO | Sulla giusta via, quella dell’intraprendenza che porta alla competitività…

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La partita giocata al cospetto del Parma, in casa ad Udine, ci ha detto che l’Udinese vista contro il Padova, quella che meglio di quella precedente dava del tu al pallone e lo gestiva con un certo mestiere, non era qualcosa di così effimero, nella sua positività… Si stava andando veramente a percorrere la strada giusta, quella che qualche giorno più avrebbe portato l’Udinese a fronteggiare a testa alta il Parma. L’Udinese al cospetto degli emiliani (che tanto bene stanno facendo in questa stagione di Serie A) è parsa quasi perfetta. Ha comandato le danze per quanto riguarda la gestione della cosiddetta superiorità territoriale per buoni due terzi di gara. Fa eccezione soltanto qualche tratto del primo tempo (ultimo quarto d’ora della prima frazione di gioco). Ma sappiamo benissimo che l’Udinese tende ad afflosciarsi ben presto, dopo aver dato molto nei suoi primi tempi. E per l’appunto speriamo che questa tendenza abbia a cessare il più presto possibile. Vorremmo una Udinese che sappia essere sé stessa per due terzi continuativi di gara, magari spegnendosi solo e soltanto in coda alle sue gare. A questo bisogna puntare. Per il resto, come detto, ci piace l’autorevolezza con la quale l’Udinese ha disegnato da sola l’andamento della gara. Al Parma sono rimaste soltanto le briciole, fatte da qualche contropiede come quello, del tutto episodico, che ha portato al vantaggio degli emiliani (siglato da Gervinho). Anche l’occasione che ha portato al primo vantaggio del Parma peraltro è stata un’altra controfuga isolata, nella quale l’unico giocatore capace di fare impazzire con la sua velocità la retroguardia bianconera (lo stesso Gervinho) ha portato alla concessione del calcio di rigore in favore del Parma. Rigore la cui sussistenza per diversi soggetti è da classificarsi come del tutto relativa. Non si può di certo giurare sulla volontarietà del contatto in area, tanto che ci è voluta una ratifica postuma della Var durata del tempo a porre l’attenzione sull’esistenza o meno della massima punizione. Per il resto è stata solo Udinese, e questo ci conforta molto in vista dei prossimi appuntamenti stagionali, in vista dei quali ci sarà da consolidare soltanto un elemento chiave dell’identità di una squadra. Bisognerà concretizzare infatti l’acquisizione di quella concretezza in zona gol che è stata invero già introdotta con un rilevante antefatto dal primo gol in bianconero di Stefano Okaka Chuka. Ora basterà soltanto ottimizzare la coerenza d’insieme e l’intensità in zona realizzativa, perché ora là davanti c’è chi sa buttarla dentro, sfruttando le occasioni che si creeranno con l’istinto di un rapace d’area. Le qualità di realizzatore del giocatore ex Watford si conoscono, così come si conosce l’ottima capacità di propulsione del suo ex compagno che saprà spingere la squadra dalla fascia. Questi ottimi ingredienti addizionali porteranno la squadra a crescere in maniera apprezzabile, insistendo come fatto sinora sulla via che porta all’intensità. Che è cugina dell’intraprendenza e che fa rima non a caso con competitività…