Reazione c’è stata. Pur non avere i caratteri e le proporzioni del trionfalismo ma c’è stata. L’Udinese ha battuto in casa propria il Bologna, facendo nient’altro che il suo compitino. Le si richiedeva una partita a ranghi compatti e nel medesimo tempo una prestazione per così dire “fluida”, con il beneficio di una buona e dinamica circolazione di palla. E proprio questo tipo di prestazione è stata tradotta sul campo dalla rediviva compagine di mister Tudor. E così abbiamo visto una Udinese che si per tutta la partita ha pungolato in maniera sufficiente il Bologna, facendogli percepire il fiato sul collo. Di più sinceramente non potevamo chiedere. Non potevamo pretendere che la squadra ben poco apprezzabile delle partite immediatamente precedenti diventasse improvvisamente travolgente. Anzi, diremo che abbiamo apprezzato comunque il notevole balzo in avanti fatto dall’Udinese in meno di 10 giorni, con una squadra che in questo lasso di tempo ha acquisito notevole dinamismo accessorio. Ora purtroppo si approssima innanzi a noi una sfida che per l’Udinese ha sempre assunto un livello di criticità superiore alla norma. Ala sfida al cospetto della Fiorentina allo Stadio “Artemio Franchi” di Firenze. L’Udinese qui deve fare una sola cosa. Guardare solo e soltanto a preservare il risultato a reti bianche o comunque un risultato di parità, poiché pensare di spuntare una vittoria in Toscana per l’Udinese è sempre stato, chissà per quale motivo, compito arduo. Poi bisogna arrivare a prendere i tre punti, nella sfida casalinga alla Dacia Arena contro il Torino, anche se anche qui il compito non sarà facile, perché i granata sono lanciati, nella corsa di campionato. Questo è il trend di crescita che l’Udinese è chiamata a perfezionare, nella corrente quindicina di giorni oggetto della nostra considerazione. Giusto perché non c’è tempo da perdere e poi arriveranno partite assai più intricate e quindi complicate da sostenere … “salvando il salvabile”.