Prendendo in prestito una metafora da un argomento alquanto ricco di spine potremmo dire che questa Udinese sembra aver intrapreso una strada che dello sbagliato ce l’ha. Sembra proprio che quella che è la squadra sorpresa del campionato si sia fatta contagiare da una sindrome piuttosto pericolosa, ovvero quella da appagamento: il “contagio” sembra sussistere da poco più del volgere di una partita; ci parla di una Udinese che dopo aver preso per le corna i vari tori avversari che le si erano stagliati innanzi in passato abbia iniziato a prendere il vizio del arroccamento difensivo. Per la serie “quando non puoi sbranarli limitati a tenerli a bada, che ti costa meno anche dal punto di vista energetico”. Proprio nell’ultima scorsa partita contro la Lazio l’Udinese è parsa autrice di un “catenaccio” che parla di un appagamento pericoloso. Non vorremo mai che il serbatoio della grinta “made in Sottil” avesse iniziato a far illuminare la spia della riserva. Vabbè, a limitarsi a contenere l’avversario si centellinano le energie, e questo è un fatto sacrosanto. Il fatto è che mollare proprio ora sarebbe davvero un po troppo precoce. Dopo la prossima partita della Dacia Arena contro il “Toro” a Udine ci saranno altre partite non proibitive. Una serie di due o tre partite che deve rappresentare nient’altro che una succulenta occasione per conclamare il gravitare dell’Udinese ai piani alti della massima serie calcistica. Per sfruttare l’occasione la squadra bianconera friulana deve superare immediatamente, con un balzo provvidenziale e lesto, quella che sembra una autentica sindrome da appagamento, o ancor peggio un esaurimento energetico che non deve maturare proprio adesso. Ora bisogna dare fondo alle energie in questa manciata di partite che separa dalla pausa per lo svolgimento del mondiale, per dimostrare che l’Udinese è proprio la sorpresa che il campionato cerca, e non è una meteora qualsiasi. Le partite come quella contro il Torino e altre di livello pressoché equivalente sono da vincere, per non gettare al vento le proprie chance di poter albergare in zona Europa. Mollare ora non sarebbe da Udinese: non sarebbe da questa Udinese, che le sue potenzialità le ha dimostrate tutte, con grande adeguatezza al ruolo e profumo di dignità specifica…
Valentino Deotti